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Def superato dalla realtà: l'Istat alza il deficit 2023 dal 7,2 al 7,4% con 4,65 miliardi di indebitamento extra

 
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C è un singolare effetto straniante sui lavori delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, che questa mattina hanno discusso un Def cadenzato da cifre già superate dalla realtà. Mentre è in corso la trafila delle audizioni che si concluderanno in serata con l'intervento del ministro dell Economia Giancarlo Giorgetti, l'Istat ha pubblicato la notifica dell'indebitamento netto e del debito della Pubblica amministrazione come previsto dalle procedure del Trattato di Maastricht. E dagli ultimi calcoli dell'Istituto di statistica si scopre che il deficit del 2023 non è il 4,3% del Pil come scritto nel Def 2023, non è il 5,3% come previsto dalla NaDef di fine settembre, ma non è nemmeno il 7,2% indicato nel nuovo Documento di economia e finanza proprio ora in discussione alle Camere: nel disavanzo dello scorso anno ci sono infatti 4,649 miliardi in più di quanto calcolato solo un mese e mezzo fa, con il risultato che la ruota si ferma ora al 7,4 per cento del Pil. Si tratta dell ennesima novità portata dal Superbonus, e dalla sua radioattività sempre carica sotto la cenere dei conti pubblici italiani. Ad aggiornare il dato è stata l'ondata delle centinaia di migliaia di comunicazioni su sconti in fattura e cessioni piovute sull agenzia delle Entrate entro il 4 aprile scorso. Con il ricalcolo, il disavanzo dell'anno scorso arriva a 154.124 milioni, cioè 4.649 in più di quelli contati il 1° marzo scorso. Certo, con i miliardi che sono volati a decine nel cielo italiano dominato dai crediti d imposta la novità rischia di passare quasi inosservata, e non cambia più di tanto il quadro di un indebitamento netto che aveva già travolto ogni argine rendendo certa la procedura per deficit eccessivo in arrivo in tarda primavera. Ma è la prima volta che un Def viene superato dagli eventi ancor prima di essere approvato dal Parlamento; e potrà esserlo ulteriormente a breve se Governo e Parlamento sceglieranno la strada della rateazione in 10 anni anziché in quattro dei crediti d imposta edilizi, con una mossa che cambierebbe profondamente anche la linea del debito abbassandolo nel 2024-26 e alzandolo negli anni successivi.
Ne parliamo con Gianni Trovati, Sole 24 Ore.

Tesla taglia prezzi in Cina, innesca guerra al ribasso su e-car

Tesla taglia i prezzi delle auto in Cina con una mossa che innesca immediatamente una guerra al ribasso sulle e-car. Il gruppo di Elon Musk ha annunciato ieri una riduzione dei listini dei modelli venduti nel Paese asiatico di circa 2.000 dollari. La Model 3 rinnovata è così scesa a 231.900 yuan dai 245.900 yuan precedenti, tornando al prezzo di lancio speciale. La Model Y è invece scontata a 249.900 yuan, ovvero il livello più basso degli ultimi cinque anni. La reazione sul mercato è stata immediata. Li Auto ha risposto annunciando oggi sconti e ribassi di circa il 6-7% su tutta la sua gamma. La guerra dei prezzi dei veicoli elettrici in Cina è in realtà in corso da tempo. Tesla ha avviato i primi tagli già alla fine del 2002, ma la corsa ai ribassi si è intensificata lo scorso anno con il coinvolgimento anche del leader del mercato Byd che ha scontato alcune delle sue auto più popolari, inclusa la Seagull berlina a meno di 10.000 dollari. Nel mente Musk sembrerebbe che voglia puntare sui «robotaxi», veicoli in grado di guidarsi da soli che nel 2019 aveva promesso sarebbero stati disponibili «entro un anno». Domani Tesla renderà noti i risultati del primo trimestre e le previsioni non sono positive. Le stime indicano un crollo del 40% dell'utile operativo legato al primo calo dei ricavi in quattro anni. Secondo i calcoli di Bloomberg, in Cina la quota di mercato di Tesla è scesa nel quarto trimestre 2023 al 6,7% dal 10,5% dei primi tre mesi dello stesso anno. La casa automobilistica ha recentemente ridotto i programmi di produzione nella sua fabbrica di Shanghai.
Ne parliamo con Alessandro Plateroti - nuovo Direttore di NewsMondo.it

Federalberghi, per i ponti di primavera 13,9 milioni in viaggio

I ponti di primavera si rivelano un'occasione irresistibile per pianificare una vacanza, anche senza il bisogno di cercare luoghi esotici, ma piuttosto prediligendo mete di prossimità, dando priorità all'esigenza di relax, di fare belle passeggiate, godersi il mare, la montagna e località particolarmente ricche dal punto di vista artistico: è questo lo spirito che ha guidato 13,9 milioni di italiani a mettersi in viaggio tra il 25 aprile ed il primo maggio, rispettivamente Anniversario della Liberazione e Festa dei Lavoratori. Sono le stime di Federalberghi. A fare la lunga, ovvero ad utilizzare entrambe le festività, sono nello specifico 4,1 milioni di concittadini; 4,6 milioni coloro che partono solo per il 25 aprile e 5,2 milioni invece i viaggiatori in marcia per il primo maggio. Senza dubbio il calendario di quest'anno, che fa cadere di giovedì la festa della Liberazione e di mercoledì quella dei lavoratori, ha giocato un ruolo importante nella programmazione generale. "Ancora una volta osserviamo che la maggior parte di coloro che hanno pianificato una vacanza, ha scelto di farlo restando in Italia. Solo una minima parte del campione analizzato ha deciso di recarsi in un paese estero", commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, in merito ai risultati dell'indagine realizzata da Tecnè per la federazione degli albergatori. "L'orientamento generale dei nostri concittadini di rimanere a casa, per così dire - aggiunge Bocca - rappresenta un fenomeno che si ripete da tempo, il che dà un forte impulso al nostro comparto. Mi sembra importante sottolineare inoltre l'affezione che gli italiani mostrano per le nostre strutture: per ciò che riguarda il soggiorno, l'albergo è in pole position per la maggioranza dei viaggiatori".
Ne parliamo con Bernabo' Bocca, presidente Federalberghi.

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Ne parliamo con Gianni Trovati, Sole 24 Ore.

Tesla taglia prezzi in Cina, innesca guerra al ribasso su e-car

Tesla taglia i prezzi delle auto in Cina con una mossa che innesca immediatamente una guerra al ribasso sulle e-car. Il gruppo di Elon Musk ha annunciato ieri una riduzione dei listini dei modelli venduti nel Paese asiatico di circa 2.000 dollari. La Model 3 rinnovata è così scesa a 231.900 yuan dai 245.900 yuan precedenti, tornando al prezzo di lancio speciale. La Model Y è invece scontata a 249.900 yuan, ovvero il livello più basso degli ultimi cinque anni. La reazione sul mercato è stata immediata. Li Auto ha risposto annunciando oggi sconti e ribassi di circa il 6-7% su tutta la sua gamma. La guerra dei prezzi dei veicoli elettrici in Cina è in realtà in corso da tempo. Tesla ha avviato i primi tagli già alla fine del 2002, ma la corsa ai ribassi si è intensificata lo scorso anno con il coinvolgimento anche del leader del mercato Byd che ha scontato alcune delle sue auto più popolari, inclusa la Seagull berlina a meno di 10.000 dollari. Nel mente Musk sembrerebbe che voglia puntare sui «robotaxi», veicoli in grado di guidarsi da soli che nel 2019 aveva promesso sarebbero stati disponibili «entro un anno». Domani Tesla renderà noti i risultati del primo trimestre e le previsioni non sono positive. Le stime indicano un crollo del 40% dell'utile operativo legato al primo calo dei ricavi in quattro anni. Secondo i calcoli di Bloomberg, in Cina la quota di mercato di Tesla è scesa nel quarto trimestre 2023 al 6,7% dal 10,5% dei primi tre mesi dello stesso anno. La casa automobilistica ha recentemente ridotto i programmi di produzione nella sua fabbrica di Shanghai.
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Federalberghi, per i ponti di primavera 13,9 milioni in viaggio

I ponti di primavera si rivelano un'occasione irresistibile per pianificare una vacanza, anche senza il bisogno di cercare luoghi esotici, ma piuttosto prediligendo mete di prossimità, dando priorità all'esigenza di relax, di fare belle passeggiate, godersi il mare, la montagna e località particolarmente ricche dal punto di vista artistico: è questo lo spirito che ha guidato 13,9 milioni di italiani a mettersi in viaggio tra il 25 aprile ed il primo maggio, rispettivamente Anniversario della Liberazione e Festa dei Lavoratori. Sono le stime di Federalberghi. A fare la lunga, ovvero ad utilizzare entrambe le festività, sono nello specifico 4,1 milioni di concittadini; 4,6 milioni coloro che partono solo per il 25 aprile e 5,2 milioni invece i viaggiatori in marcia per il primo maggio. Senza dubbio il calendario di quest'anno, che fa cadere di giovedì la festa della Liberazione e di mercoledì quella dei lavoratori, ha giocato un ruolo importante nella programmazione generale. "Ancora una volta osserviamo che la maggior parte di coloro che hanno pianificato una vacanza, ha scelto di farlo restando in Italia. Solo una minima parte del campione analizzato ha deciso di recarsi in un paese estero", commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, in merito ai risultati dell'indagine realizzata da Tecnè per la federazione degli albergatori. "L'orientamento generale dei nostri concittadini di rimanere a casa, per così dire - aggiunge Bocca - rappresenta un fenomeno che si ripete da tempo, il che dà un forte impulso al nostro comparto. Mi sembra importante sottolineare inoltre l'affezione che gli italiani mostrano per le nostre strutture: per ciò che riguarda il soggiorno, l'albergo è in pole position per la maggioranza dei viaggiatori".
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